Araucaria. Revista Iberoamericana de Filosofía, Política y Humanidades | Sección digital
Sección digital Otras reseñas Julio de 2008
Thomas Casadei (a cura di), Repubblicanesimo, democrazia, socialismo delle libertà. “Incroci” per una rinnovata cultura politica
Atti del convegno (Sala Conferenze dell’Università di Bologna - Sede di Ravenna, 26-27 ottobre 2002). Angeli, Milano, 2004. Pp. 246.
Marco Goldoni
La ricchezza della tradizione culturale e politica del secolo scorso è ancora ben lungi dall’essere stata completamente esaminata, in particolare proprio dagli studiosi italiani. In tal senso, la lodevole ripresa di alcuni temi legati alla storia del pensiero politico italiano del Novecento da parte di alcuni studiosi non è ancora sufficiente per tessere una tela complessiva delle posizioni filosofiche, e dei loro intrecci, nell’ambito della teoria politica, così come Paolo Bagnoli, nel saggio iniziale del volume, rileva a proposito del liberalsocialismo e del socialismo liberale. Sono queste due dottrine politiche, spesso considerate equivalenti, a costituire i due fuochi attorno ai quali ruotano la maggior parte dei saggi che compongono la silloge.
I materiali qui raccolti da Thomas Casadei costituiscono gli atti di un Convegno svoltosi il 26 e 27 ottobre 2002 a Ravenna (sede distaccata dell’Università di Bologna) e sono divisi in tre sezioni, ciascuna delle quali si concentra su autori e/o concetti che hanno contribuito a formare alcune delle declinazioni principali delle culture liberalsocialista e socialista liberale. L’attenzione viene prestata, nella prima parte, al pensiero di Carlo e Nello Rosselli, dei quali vengono ricostruiti i percorsi intellettuali e le traiettorie di pensiero che ne hanno segnato la vita e l’impegno politico. Così, da un lato, vengono prese in esame alcune relazioni culturali importanti per la formazione dei Rosselli; Mario di Napoli rende conto dell’importanza della lezione mazziniana per i due fratelli, mentre Zeffiro Ciuffoletti mostra quale ruolo abbiano rivestito le idee repubblicane di Alessandro Levi e Salvemini su Nello Rosselli. Dall’altro lato, due saggi di Carmelo Calabrò e di Claudio Palazzolo, dedicati all’intreccio fra l’esperienza del socialismo inglese e la riflessione di Carlo Rosselli, enucleano quali siano le affinità e le differenze fra due contesti, apparentemente così diversi, a partire dai quali maturarono le elaborazioni politiche di autori quali Hobhouse, ma anche Cole, i Webb, entro una filiera che collega il liberalismo sociale, il laburismo e, con riferimento a Rosselli, il socialismo liberale. A conferma del respiro cosmopolita e allo stesso tempo patriottico che contraddistingue Carlo Rosselli, il saggio di Corrado Malandrino – posto a chiusura della prima parte – si sofferma sulla concretezza politica e istituzionale della sua proposta di unità politica europea in chiave federalista.
La seconda parte del volume è dedicata ad un’altra figura, spesso trascurata, della cultura filosofica del Novecento come Guido Calogero. I contributi di questa sezione sono ad opera di studiosi impegnati già da tempo nella ricostruzione e rivalutazione di un pensiero ricco e complesso come quello dell’autore della Filosofia del dialogo. Dopo un breve intervento di presentazione ad opera di Gennaro Sasso (ove viene ricordata, tra l’altro, la grande intuizione di Calogero circa la necessità, per la democrazia italiana, di un’Alta Corte ispirata, in parte, al modello statunitense), seguono i saggi di Stefano Zappoli sulla formazione intellettuale di Calogero – con particolare attenzione alle influenze dei “maestri” Croce e Gentile e al rapporto con Aldo Capitini – e il saggio di Margarete Durst, centrato sul dialogo quale perno metodologico ed etico dell’opera di Calogero. Lo scritto di Aldo Visalberghi si occupa, invece, dell’aspetto più specificamente pedagogico della filosofia calogeriana e delle sue concrete ricadute per la teoria e la prassi della democrazia, mettendo in evidenza le profonde affinità con il pensiero di John Dewey. Degli aspetti prettamente giusfilosofici del pensiero di Calogero trattano i saggi di Tommaso Greco e di Thomas Casadei. Il primo disegna una precisa direzione teorica che, a partire da Mazzini e passando per Levi, permette di ricostruire il discorso di Calogero attorno ai diritti e ai doveri, fino a proporre un interessante confronto con le filosofie non violente di autori come Simone Weil e Gandhi. Casadei, dal canto suo, ricostruisce il “lessico” filosofico-giuridico di Calogero: i concetti di democrazia, Stato, cittadinanza, diritto e dovere vengono inquadrati nel contesto di una riflessione innervata da due principi imprescindibili come l’etica del limite e il pluralismo politico e sociale. Poiché questi ultimi orientano il pensiero di Calogero, l’immagine del diritto che ne scaturisce non può essere separata radicalmente dall’etica e dalla politica (Etica Giuridica Politica è, del resto, una delle opere di “filosofia pratica” scritte da Calogero). Il saggio di Stefano Petrucciani, dedicato alla presenza di diverse tradizioni del pensiero politico all’interno della filosofia calogeriana, chiude la seconda parte del volume rendendo giustizia della complessità e dell’attualità di un pensatore che, per certi versi, prefigura le proposte di democrazia dialogica e procedurale avanzate, a partire dagli anni Settanta del Novecento, da Habermas e Rawls, nel tentativo di coniugare libertà, giustizia sociale e forme della democrazia.
La sezione conclusiva dell’opera raccoglie interventi centrati sugli incroci tra le tradizioni politiche che, in guise diverse, connotano le elaborazioni dei Rosselli e di Calogero: il repubblicanesimo, il liberalismo, il socialismo. Maurizio Viroli affronta il tema delle diverse concezioni di libertà proprie di ciascuna di queste tradizioni, mentre Franco Sbarberi e Nicola Tranfaglia, riprendendo e in qualche modo sintetizzando alcuni aspetti chiave degli interventi delle prime due parti, si occupano di precisare quale siano gli elementi discretivi fra socialismo liberale (rappresentato da Carlo Rosselli) e liberalsocialismo (nella versione di Calogero): alla prima forma corrisponde una rappresentazione conflittuale del necessario rapporto fra socialismo (qui inteso come ideale) e liberalismo (inteso come metodo), mentre alla seconda forma preme maggiormente sottolineare la co-implicazione delle due scuole di pensiero politico. A chiusura dell’opera, un intervento di Michelangelo Bovero analizza la condizione della democrazia contemporanea avvalendosi della lente di ingrandimento del saggio di Calogero L’abbiccì della democrazia, recentemente riproposto all’interno di una nuova edizione de Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo (a cura di Thomas Casadei, con una testimonianza di Norberto Bobbio, Diabasis, Reggio Emilia, 2001), formulando una prognosi piuttosto infausta.
I materiali che compongono questa silloge costituiscono uno dei primi tentativi coerenti ed organici di ricostruzione – non solo storica – di alcuni percorsi la cui ricchezza, per il futuro della teoria politica italiana, non può essere né dimenticata né negata né deformata come, a volte, avviene per l’azionismo, l’esperienza storica in cui sono confluiti i diversi percorsi del socialismo liberale, del liberalsocialismo, del repubblicanesimo democratico. In altri termini, si tratta di un invito a proseguire lungo la strada dell’analisi e della ri-vitalizzazione di una serie di risorse filosofico-politiche alle quali può essere utile ricorrere anche qualora ci si voglia interrogare, con rigore, sulla condizione attuale delle istituzioni italiane.